Napoli Oltre

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    Mi scuso con Raes per non avergli risposto prontamente, e vorrei tranquillizzare lui e tutti precisando che non è mai stato modificato nessun intervento e che gli unici motivi che potrebbero portare a questo sarebbero le violazioni delle regole che ci siamo dati in corso d'opera.

    Ribadisco che questo è un forum aperto a tutti, e non di un Gruppo di discussione (che è comunque una struttura aperta) o di una Organizzazione o per soli "addetti ai lavori", ed è per questo che non possono esserci censure o modifiche o esclusioni se non in base alle regole condivise.
    Pertanto non è un problema postare il link di siti o forum dove si possono trovare cose interessanti e utili al dibattito.

    Perchè questo forum sia veramente qualcosa di interessante e di utile alla crescita individuale e collettiva dipenderà quindi esclusivamente dalla volontà e dalla capacità reale di discussione di ognuno di noi, per cui invito tutti ad intervenire e ad invitare chiunque sia realmente interessato al confronto e al dibattito di qualunque estrazione politica, sociale, culturale sia.

    Concordo con quanto detto da Eduardo20 e do il benvenuto a Raes e a tutti i nuovi iscritti con la speranza che continuino, con i loro interventi, ad arricchirci.


     
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  2. osvaldo4s
     
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    Ancora sulle elezioni, ho letto più di una volta, Caldep, il tuo intervento, e per la verità sono stato molto stimolato dalle diverse posizioni politiche e da alcune contraddizioni in esso espresse. Per cui anche se con ritardo ho pensato di chiederti delle cose, esprimendo anche il mio punto di vista. Per esempio, non ti capisco quando tu dici di considerare le elezioni una farsa e poi vi partecipi; e poi perché resti male se vince Berlusconi, visto che consideri entrambi gli schieramenti due bande di lestofanti? Avresti preferito la vittoria dell’altra banda di lestofanti? Forse perché li giudichi meno lestofanti? Se si, perché dovrebbero esserlo e quale vantaggio potremmo avere? Anzi, io direi che, proprio perché si considerano amici dei lavoratori, sono proprio loro a questo punto i più ipocriti, più mistificatori e quindi pericolosi. Perché allora questo sentimento di sconfitta? Perché pensi, questo, un risultato penoso? E’ vero c’è molta corruzione. Ma io non credo che questa sia la causa del fatto, come tu dici, che non c’è più Politica. La corruzione generalizzata, la vasta affermazione dei professionisti del machiavellismo come tu li definisci, non potrebbero invece essere solo fattori aggravanti di questo avanzato degrado sociale dovuto a rapporti sociali borghesi decadenti e decomposti? Ora, una risposta non potrebbe venire dal fatto che una tale situazione sociale è comunque sempre riconducibile ad un sistema economico sociale - il capitalismo - che fa acqua da tutte le parti (crisi economica irreversibile)? Non credi? Ad ogni modo io penso che le elezioni, come ho già affermato in interventi precedenti, siano una farsa e non da ora. E’ per questo motivo che quello che tu chiami elettorato, ma che io identifico come una classe sociale, classe dei lavoratori sfruttati, si che ha votato, ma a modo suo, e cioè nell’unico modo possibile per esprimere, su questo campo che comunque nemmeno tanto le appartiene, un reale sentimento di sfiducia di quella politica parlamentare, che lei sente sulla sua pelle sempre più come un mezzo attraverso cui l’altra classe, la borghesia, quella dominante, cerca di imbrogliarla. A proposito poi del fatto che gli italiani avrebbero inscritto nel loro DNA la necessità di un capo, se facciamo un calcolo ci rendiamo subito conto che ciò riguarda, forse, solo una minoranza. Infatti, se contiamo quelli che hanno votato in buona fede per il centrosinistra e sono stati delusi (e tu stesso ti identifichi come uno di loro), quelli che hanno votato scheda bianca o che l’hanno invalidata ed infine gli astensionisti vediamo che tutti costoro rappresentano la maggioranza. Se l’elezioni hanno espresso anche un tale sentimento, come tu affermi, a questo punto non mi sento di condividere con te, e tu stesso non dovresti, il fatto che l’italiano abbia bisogno dell’uomo forte. D’altra parte, non ti sembra un luogo comune troppo abusato? Sicuramente quest’immensa quantità di persone, sopra citata, non ha nel suo DNA “l’affidarsi ad un uomo forte”. Anzi, io penso che con l’italianità quest’ultimo aspetto non c’entra niente e non riguarda nemmeno quelli che hanno votato per Berlusconi e la sua accozzaglia politica. E’ solo questione di classi sociali: una, la borghesia, ancora dominante e l’altra, il proletariato, che subisce in pieno la sua ideologia. Non posso in questo già lungo intervento dimostrare quello che affermo, magari lo possiamo affrontare in prossimi interventi. Tuttavia, una cosa devo dire e cioè che Mussolini come Hitler, sono stati scelti dalle rispettive borghesie (italiana e tedesca), con il trucco parlamentare (vedi a che epoca affonda la farsa elettorale?) per rispondere a due seri problemi che la borghesia in toto doveva affrontare in quegli anni pena la sua sopravvivenza come classe dominante. Il primo era quello di terminare un lavoro di annientamento delle lotte proletarie rivoluzionarie (che partite dalla Russia nel 17, sono poi proseguite, come ondata internazionale, nel 18,19, 20 e 23), iniziato e portato ad un buon punto, ma non completato, proprio dalle sinistre “riformiste” di quegli anni. Secondo, cercare di arginare la tendenza alla disgregazione del suo sistema sociale, in quanto proprio in quegli anni entrava nella sua decadenza. Ed è per tale motivo che il capitalismo non avrebbe potuto che avere una sola forma, quella di capitalismo di Stato (sintetizzando al massimo: lo Stato che fa presa su tutta la società) e sta proprio in questo la natura della farsa elettorale. C’è comunque da precisare che nei paesi meno forti, il capitalismo di Stato si è manifestato con un aspetto piuttosto estremo e caricaturale. Per esempio in Italia, in Germania e Russia ha preso il nome rispettivamente di fascismo, nazionalsocialismo e Stalinismo o “socialismo reale” (tutte e tre questi sono stati nient’altro che sistemi capitalisti); mentre nei paesi “più ricchi” (per esempio USA, G.B. Francia, ed altri) il capitalismo decadente assumerà, sempre in quegli anni (‘30 in particolare) un aspetto più mistificatorio, consentendosi con una mascherata democratica, appunto, la farsa elettorale. Per finire, sono d’accordo con una sonora pernacchia, magari alla E. De Filippo o alla Totò, indirizzata a tutta la borghesia e ai loro lacché politici, mi stanno tutte e due bene. Però, sono convinto che la sola pernacchia, per quanto sonora, non potrà mai mandare a casa questa classe borghese, sebbene decadente e tendente alla decomposizione, visto che essa è disposta a tutto, persino a distruggere il mondo, pur di non ammettere l’avvento del suo fallimento storico. Solo le lotte massicce e solidali della classe operaia, che stanno cominciando a svilupparsi in tutto il mondo, sotto gli effetti di una crisi economica che non ha precedenti storici e che i lavoratori di tutto il mondo già stanno e dovranno pagare, potranno fermare i lestofanti di ogni risma. La domanda è: “e se le lotte non si generalizzano, non si estendono, non si caratterizzano come lotte coscienti per farla una volta e per sempre finita con la borghesia ed il suo lercio sistema?” La risposta è semplice: “perderemo su tutti i fronti e non solo sui diritti civili, nucleare si, nucleare no, ICI, RU486 si o no, indipendenza della magistratura (che a noi proletari per la verità non leva e non mette, anzi leva solo), inquinamento, immondizia e chi più ne ha più ne metta, ma su ciò che è la vera posta in gioco, che forse non è stata ben capita, la distruzione dell’umanità. A presto Osvaldo
     
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  3. caldep
     
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    Non è facile rispondere a tutto ma ci provo.

    Credo che non andare a votare mi avrebbe lasciato la sensazione di aver contribuito all'affermazione del Berlusca, che a mio parere è molto peggio degli altri. Per mille motivi. Due fra i fondamentali: lo sgretolamento delle basi culturali di un popolo con la sostituzione sistematica di disvalori; lo smantellamento della Costituzione.
    Con tutta franchezza io non credo che il cambiamento possa essere determinato da un sovvertimento del sistema economico.
    Il governo del proletariato? Ma quando mai c'è stato? Non è stato sempre nella storia un gruppo di uomini senza scrupoli che ha dominato TUTTE le classi, in nome della classe operaia o in nome di Dio?
    Che gli Italiani siano stati e siano - purtroppo - portati ad affidarsi all'uomo guida, lo dice ancora una volta la storia. Adesso, è ovvio che non parlo di tutti, ma il prodotto finale è quello. E secondo te perché allora un personaggio squallido continua a governare? Io avrei capito che l'Italiano elettore, o come tu preferisci chiamarlo, avesse premiato le due ali estreme. Invece no. Non dimenticare che chi è andato a votare aveva anche altre opzioni. Né io penso, pur rispettandone le ragioni, che gli astensionisti siano, per definizione, la parte migliore d'Italia, poiché anche al loro interno potremo trovare posizioni discutibili. E non creder che fra di loro potrai trovare nutrite schiere di persone che non aspettano altro che prendere mazze e badili per fare la rivoluzione. La rivoluzione? Prima nei costumi, nella cultura!!! Io sono lontanissimo da qualsiasi idea di violenza, a qualsiasi scopo venga usata. E soprattutto per agguantare il potere, per il semplice motivo che - sempre la storia insegna - si sostituisce un governo di corrotti con un governo di violenti, molto spesso corrotti e comunque corruttibili.
    In Italia io non vedo un grande fermento rivoluzionario nella classe operaia. Molto più banalmente vedo Mirafiori che vota LEGA all'insegna del "facciamoci i cazzi nostri".
    Mentre guardo con interesse movimenti - es. il popolo viola - che a me personalmente sembrano qualcosa che possa portare aria fresca.

    Permettimi infine, caro Osvaldo, di esprimere il mio pieno dissenso rispetto alla tua affermazione riguardante l'indipendenza della magistratura. E' uno dei cardini di qualsiasi sistema di governo tu possa immaginare. Io invece ne faccio un cardine. Se non c'è un giudice giusto e INDIPENDENTE DAL POTERE POLITICO, non c'è convivenza evoluta. E questo riguarda la classe operaia prima di tutti. Nelle organizzazioni tribali c'è il capo che amministra tutto. Io invece credo che proprio da lì bisognerebbe iniziare. Ciò consentirebbe di cominciare ad eliminare tutti i lestofanti, che bazzichino la politica o no.

    Non c'è niente da dire: immaginiamo soluzioni diverse allo stesso male.
     
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    sa credo che osvaldo quando ha parlato della magistratura si riferisse ala teoria marxiana che rifiuta la divisione dei poteri
     
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  5. osvaldo4s
     
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    Caro Caldep, innanzitutto ti ringrazio per aver risposto con una certa franchezza alle domande che ti ho posto. Chiaramente concordo con te sul fatto che, pur avendo lo stesso problema, pensiamo a possibili soluzioni su piani completamente opposti. Ma ciò, se ti va, non deve impedirci di continuare a discutere, visto che questi non sono argomenti privati. Con questo però non ho intenzione di insistere rispondendo a tutte le posizioni ideologiche che ci dividono. Infatti, i temi sollevati sono complessi ed abbracciano visioni alquanto differenti sulle condizioni che determinano quelle dinamiche storiche con i relativi comportamenti umani e cambiamenti sociali. Sarebbe quindi impossibile affrontarle tutte in un unico intervento per gli approfondimenti particolari che essi richiedono. Ma il fatto che tu, e non sei il solo, attribuisci a Berlusconi, ad un individuo, i peggiori mali dell’Italia veramente non lo capisco. Per tale motivo in questa risposta ho dovuto dilungarmi per dimostrare il fatto che dietro Berlusconi c’è stata la borghesia italiana al completo. Anzi dirò di più, se non ci fosse stato uno come Berlusconi, la borghesia italiana avrebbe dovuto inventarselo. Premetto, e penso che lo abbia fatto capire, che non nutro alcuna simpatia per quest’ultimo. Non vorrei essere frainteso. Ma ora veniamo a bomba. Chi è Berlusconi e da dove è uscito. Certamente non è un extraterrestre o qualcosa di extraterreno. E’ semplicemente uno di quei tanti imprenditori che a partire dagli anni ‘70 e per tutti gli anni ‘80 con la complicità della politica e dello Stato, corrotto e corruttore, è riuscito ad arricchirsi smisuratamente soprattutto coperto dal PSI di Bettino Craxi, almeno come dicono i suoi processi ancora in corso. E tutto all’insegna di un debito statale e di un disavanzo pubblico che in quell’epoca subiva un’impennata piuttosto particolare. Ricordo che nel 1984, De Michelis, ministro degli esteri, si vantava nel dichiarare che l’Italia per il suo PIL (prodotto interno lordo) stava per superare la Gran Bretagna raggiungendo il quarto posto delle nazioni più industrializzate. Però, dimenticava di dire che il debito statale aveva raggiunto la strabiliante cifra di un milione di miliardi di lire. In poche parole il benessere di quegli anni era determinato da debiti che da quel momento non hanno fatto che aggravarsi regolarmente ed in maniera vertiginosa. Ed è in questo contesto politico sociale che va ad affermarsi Berlusconi. Ora però, proprio alla fine degli anni ‘80 ed all’inizio degli anni ‘90, una nuova e più profonda recessione scuote l’economia mondiale, ed essa questa volta fa vacillare per poi abbattere le strutture del blocco yaltiano più debole, l’impero dell’Est, detto falsamente socialista. Non dimentichiamo che prima di allora il mondo era diviso dai due blocchi imperialisti venuti fuori dalla seconda carneficina mondiale (II guerra mondiale). Infatti, in contrapposizione al blocco stalinista, ad occidente troviamo il blocco che ha per capofila gli USA. Con la caduta del muro di Berlino e con la disgregazione inevitabile del blocco dell’Est, gli accordi di Yalta decadono, per cui ogni borghesia europea, confrontata alla nuova e più estesa crisi economica ed anche per la scomparsa del più importante fattore che la teneva unita, il pericolo del “comunismo”, è costretta a giocare, ognuna per sé, le carte nel nuovo assetto politico mondiale. In questo nuovo contesto geopolitico i vecchi alleati si trasformarono in temibili concorrenti e quindi nemici. Purtroppo, la borghesia italiana, se pur guardata sempre dalle grandi potenze con un occhio di riguardo per la sua importante posizione strategica, in quel momento risultava una delle più deboli. Questo fatto creò da parte di quegli imprenditori e di quelle forze politiche più coscienti, più responsabili, con più senso dello Stato, un allarme particolare rispetto al rischio che la nazione stava correndo per la sua situazione economica. Questa situazione incominciò a creare tensioni tra classe politica ed imprenditori. A tale proposito sottolineo il duro scontro tra Pininfarina, presidente della confindustria di allora, ed il ministro del bilancio Paolo Cirino Pomicino. Il primo accusava la classe politica di aver prodotto pessime politiche economiche, il secondo invece accusava gli imprenditori di incapacità, benché fossero stati favoriti per anni proprio da quelle politiche che ora loro condannavano. Intanto Cossiga, presidente della Repubblica, si dava alle esternazioni ed alle picconature. Contrariamente a quello che gli altri politici dicevano di lui, era uno di quelli che dimostrava una quasi piena lucidità. Diceva, infatti, che con quel carrozzone, con quell’armata Brancaleone, non si andava da nessuna parte. E poiché il vecchio quadro politico, legato ai privilegi yaltiani, non aveva nessuna intenzione di mollare, di cambiare rotta circa le politiche di finanza allegra, di indebitamento incontrollato e di una inflazione galoppante, si era reso necessario per questa parte di borghesia italiana, anche sottoposta alle nuove ma necessarie ratifiche di Maastricht, di sbarazzarsene in quanto non più adatto per questo nuovo ruolo politico: cure draconiane e rigore sociale. Non a caso questa parte di borghesia con i suoi sostenitori politici si guadagnò l’appellativo di europeista. Inoltre, questo tentativo di sbarazzarsi del vecchio quadro politico produsse ancora dei contrasti violenti all’interno dei vecchi ma ora traballanti equilibri, in particolare tra l’apparato politico centrale e quello periferico identificato come mafia. Tutti ricordiamo l’arresto e la condanna per mafia di Bruno Contrada, capo dei servizi segreti dello Stato dell’Italia del sud; o l’uccisione di Salvo Lima, proconsole di Andreotti in Sicilia ed eletto a Strasburgo con 300 000 preferenze. Oppure le bombe di puro stampo mafioso che in quegli anni devastarono l’Italia. Tutte espressioni di una lotta intestina tra ex vecchi alleati. La borghesia italiana, quella europeista, si inventò allora tangentopoli e mani pulite e con questo non sto assolvendo nessuno: erano ladri e farabutti. Lo erano, però, pure prima, ma rimanevano inchiodati alle loro poltrone qualsiasi cosa facessero o accadesse. C’era l’equilibrio dei blocchi a sostenerli. O tu pensi veramente che un pool di magistrati, da solo, avrebbe potuto mandare prima in galera e poi a casa tutta la vecchia nomenclatura yaltiana? Non a caso, all’epoca dei blocchi, un tentativo di spostamento del quadro politico italiano verso il blocco dell’Est, da parte degli stalinisti del PCI, sebbene in maniera democratica (elettorale), sarebbe stato soppresso nel sangue dai gladiatori della struttura segreta dello Stato detta GLADIO, come ci svelerà successivamente e senza mezzi termini Cossiga. Ecco un altro esempio esplicativo di come la borghesia intende le elezioni e la democrazia. Ma torniamo a tangentopoli ed a mani pulite. Una volta che questo gruppo di giudici ebbe sconquassato il parlamento borghese 1992/ 93 in campo rimasero da un lato i “comunisti” e dall’altro i fascisti. E questo non perché non fossero lestofanti. Infatti, erano stati meno colpiti da mani pulite essenzialmente per due motivi; Il primo perché non stavano direttamente nella stanza dei bottoni e quindi risultavano meno mariuoli degli altri; il secondo perché, grazie a queste “virtù” solo loro avrebbero potuto rappresentare quella forza più omogenea per garantire in qualche modo la continuità della governabilità dello Stato. Ed, infatti, questa governabilità fu poco dopo garantita da un governo tecnico, accettato da tutte le parti sociali: forze e gruppi politici risparmiati da tangentopoli, confindustria e sindacati. Questo governo tecnico diretto da Giuliano Amato (il Dr. Sottile) incominciò, attraverso una sola finanziaria, a togliere dalle tasche degli italiani la bellezza di 93 000 miliardi di lire. E come se ciò non bastasse, fu proprio Amato a varare quei decreti delegati che diedero inizio a quei processi di privatizzazione della pubblica amministrazione ed in particolare della sanità, con la scusa che bisognava lottare contro gli sprechi e rendere più efficienti questi settori. Per far ingoiare la pillola agli italiani, in particolare ai salariati, fu artatamente propagandato dai media, dai sindacati e soprattutto da quelle forze che si pretendevano nuove, che i vecchi ladroni politici e fannulloni avevano dilapidato le casse dello Stato. Non potendoli recuperare tutti, sarebbero stati, di conseguenza, necessari solo alcuni anni di sacrifici per poi incamminarci sulla ripresa economica e su prospettive rosee. E fu per tale motivo che venne messo su ad arte quello spettacolo termidoriano che i media, in ogni ora del giorno, propagandarono a tutto spessore. Uomini politici ammanettati o che venivano catturati mentre nascondevano nei divani o altrove banconote per milioni di lire (le famose mazzette). E per dare anche un’anima popolare a tale operazione in quel periodo vennero sbrigliati quei movimenti come la Lega Nord di Bossi con lo slogan “Roma ladrona” e la Rete di Leoluca Orlando al sud, per dimostrare che anche in questa zona d’italia, nasceva una tendenza europeista in contrapposizione a quella mafiosa legata agli USA. Queste due formazioni, ma soprattutto la lega Nord, lungi dal rappresentare una nuova ventata di ricambio, ben presto si rivelarono per quello che erano e cioè prodotti della decomposizione del vecchio quadro politico borghese vigente nella cosiddetta 1a repubblica. Ed è a questo punto che entrò in campo Berlusconi, il quale per salvarsi dalla galera, ritenne, a giusta ragione, di buttarsi in politica. Con l’appoggio di Cosa Nostra e cioè di quella parte della borghesia italiana non europeista, ed ancora legata a Zio Sam (USA), promise a tutta la borghesia italiana la costituzione in tempi brevi di un nuovo quadro politico più consono alla governabilità del paese. Infatti, nel giro di nemmeno un anno il Berlusca presentò su un piatto d’argento alla borghesia italiana FI (Forza Italia), bilanciando quel vuoto politico che più si evidenziava dal lato del centro destra. Devo anche dire che all’assemblea confindustriale in cui Berlusconi si propose come politico, la borghesia italiana non lo accolse con entusiasmo. Infatti, l’avvocato G. Agnelli, all’epoca vivente, nemmeno lo applaudì. La borghesia italiana - la grande - si limitò a commentare con uno “staremo a vedere”. Berlusconi veniva messo sotto osservazione. Si fanno le elezioni nel 1994 e Berlusconi vince. Perché vince? E’ facile da immaginarsi: dopo una finanziaria del genere, con il blocco di ogni attività per timore di mani pulite, con una recessione galoppante, è facile dare ascolto ad un avventuriero e bravo affabulatore della pasta di Berlusconi. Ma che cosa fece il neo eletto per prima cosa? Nel momento in cui era ancora funzionante l’operazione ideologica montata attraverso tangentopoli e mani pulite per fare accettare sacrifici agli italiani e si rendeva ancora necessaria una finanziaria di 55 000 miliardi di lire circa, attuò un decreto salva ladri (decreto Biondi) ed una finanziaria non all’altezza delle necessità di bilancio. E fu in quel periodo che gli venne notificato a Napoli, durante il vertice del G8, il primo avviso di garanzia. Chiaramente, la borghesia europeista, ricattando la Lega, riuscì a produrre la caduta del governo Berlusconi ed il tutto fu anche condito da una possente manifestazione di popolo (2 milioni di lavoratori circa), tenuta a Roma e promossa dalla CGIL con a capo Cofferati, appoggiata da tutta la sinistra borghese comprese le sue espressioni gausciste. Il preteso di questa manifestazione fu protestare contro Dini, ministro di FI, che voleva toccare le pensioni. E’ paradossale il fatto che Dini, dopo la caduta di Berlusconi, transfuga nel centro sinistra, che intanto vinceva le elezioni, ed attua la stessa manovra di riforma sulle pensioni. Questa volta a Roma … manco una persona. Come se i sacrifici imposti dalla sinistra facessero meno male rispetto a quelli imposti dalla destra! Intanto tutti i governi di centrosinistra che da quel momento si susseguirono per far quadrare i conti della borghesia nazionale, devastarono le tasche degli italiani rastrellando in pochi anni circa 700 000 mila miliardi di lire. E con quali scuse? Prima bisognava entrare in Europa dove tutti ci saremmo arricchiti. Ma una volta entrati, come volevasi dimostrare non ci siamo arricchiti. Ma ora, perbacco, necessitava rimanerci. E lì giù altri sacrifici soprattutto con l’introduzione di nuove norme sul diritto del lavoro: le stesse che hanno poi provocato, attraverso la flessibilità della forza lavoro, precarietà estesa (legge D’Antoni e successivamente Biagi). A tutto ciò si aggiungeva l’introduzione della moneta unica europea e sappiamo bene come il valore dell’Euro abbia dimezzato il potere d’acquisto dei salariati. Ad oggi abbiamo ben visto a che cosa sono corrisposte queste prospettive rose ed i tanti sacrifici chiesti ai lavoratori italiani: più povertà, più disoccupazione, più precarietà, peggioramento generalizzato delle condizioni di vita dei lavoratori e se vogliamo anche Berlusconi. Tra inciso bisogna sottolineare che questa situazione attualmente sta però riguardando tutti i paesi del mondo. Strana cosa visto che Berlusconi è il capo del governo della sola Italia! Ma tornando ai quei tempi ti meravigli che la gente poi abbia rivotato Berlusconi? Uno che promette mare e monti in un momento di miseria estesa non può che vincere. Questo si chiama populismo. Vedi, Caldep, io sono convinto che è la miseria a corrompere le migliori menti ed a generare degrado sociale e decomposizione ed è chiaro che tutto ciò è successo per una crisi economica che non finisce più e che sembra un pozzo senza fondo nel richiedere sacrifici su sacrifici ai lavoratori e solo ad essi. Per quanto riguarda la cultura, questa richiede capitali, sono gli stessi ricercatori a dirlo, e quando l’economia non va, l’involuzione culturale e garantita. Ritornando a Berlusconi, dice un vecchio proverbio: chi semina vento raccoglie tempesta. Ora se Berlusconi è diventato scomodo per quelle poche forze borghesi ancora lucide, ciò non significa che queste intanto sono riuscite a mantenere la forza per estrometterlo. Le contraddizioni sociali sono andate purtroppo avanti e la borghesia italiana si è ulteriormente spaccata e frammentata. Effettivamente il buffone sembra loro sfuggito di mano. Ora, alla luce di questi fatti, come è possibile non capire che l’esistenza di un Berlusconi, sia come imprenditore che come politico, non sia stata una produzione della classe borghese? E quindi individuare il malessere sociale in una sola persona diventa fuorviante e pericoloso visto che gli stessi ladroni sono ancora qui a chiederci il voto per liberarci di Berlusconi mentre in cambio, possiamo essere certi, per l’ennesima volta ci chiederanno sacrifici, visto che l’economia non va, ed il debito pubblico e quello statale ormai hanno raggiunto cifre spaventose ed insanabili. Alla luce di tutto ciò, in questo contesto storico sociale, puntare poi sul fatto che un inversione di tendenza possa essere determinata da una lotta culturale, morale, con la scheda all’interno di una cabina, ecc. significa pretendere di elevarsi dal pavimento tirandosi su per i capelli (metafisica). Io penso che la strada per l’emancipazione umana deve percorrere altre vie e resto convinto che a funzionare in una tale direzione resta solo la lotta di classe - unico motore della storia umana dell’evoluzione sociale - prodotta proprio dalle condizioni di vita sempre più degradate dei lavoratori. Per quanto riguarda la violenza, questa certamente non dipende dai proletari. I lavoratori fino a prova contraria lottano per la VITA e non per la morte come fa la borghesia. La violenza dipende solo da come risponderà la borghesia alle lotte dei lavoratori. Certamente questi non si lasceranno morire di fame. Ed è proprio la storia ad insegnarci a non farci troppe illusioni sulla borghesia ed ad avere più fiducia nella classe che porta in sé il futuro dell’umanità. Saluti Osvaldo
     
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  6. caldep
     
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    Altrochè, Osvaldo. E' un piacere scambiare qualche idea con te.
    Ti sembrerà strano, ma sono d'accordo QUASI su tutto con quello che dici. I tuoi riferimenti storici sono ineccepibili; le conclusioni che tu ne fai derivare sono plausibili, anche se non so se siano la VERITA'. Può essere, ma non lo so. Così come credo, in fondo, non possa saperlo tu.
    Qualche osservazione: la mafia è borghese o proletaria? Secondo me è borghese e sfrutta il proletariato come condizione sociale e di sottomissione culturale. Falcone e Borsellino sono borghesi o proletari? Sono borghesi. La Resistenza post ENNESIMO macello planetario (II guerra mondiale) fu borghese o proletaria? Ambedue, con infiltrazioni di delinquenti comuni. E potrei continuare per un bel po'.
    Insomma io non credo più nella presunta superiorità di una classe sull'altra. Credo nella buona qualità degli uomini, a qualsiasi ceto appartengano.
    Ti stupirà ma io credo che in Italia (come nel mondo) ne esistano tante di queste persone. Solo che, a prescindere dal numero, è la loro qualità umana che impedisce loro di essere elemento significativo della società. Mi spiego meglio: hai sentito l'ultima bordata di puttanate sparata dall'on. avv. Nicolò Ghedini?
    Ha avuto la faccia tosta di sostenere che lui ed il suo assistito (Berlusca) volevano essere processati ed assolti con formula piena; era il Tribunale di Milano che faceva di tutto per non processarli! Ma si può essere così? Si, evidentemente. Diciamo che in questo modello culturale è questo il prototipo dell'uomo di successo, uno che non si vergogna di se stesso guardandosi allo specchio. Potrà una brava persona comportarsi mai allo stesso modo? Tassativamente no, altrimenti cesserebbe di essere una brava persona; e con ciò entra a far parte della minoranza spaesata, che vada o no a votare.
    Tu citi Yalta. Sai perchè io penso che ci troviamo in questo bel casino? Perchè a Yalta un segno di matita su una carta geografica decise che noi saremmo dovuti essere democratici. Noi che, a parte le peripezie prerisorgimentali, venivamo da una guerra di annessione dei rozzi Savoia sugli stupidi Borbone; noi che abbiamo visto "l'ordine" post unitario fondato sugli eccidi di Cialdini; noi che dai Savoia siamo stati consegnati al fascismo e che dal fascismo siamo usciti solo grazie ad una rovinosa guerra che ha precipitato il paese in una miserabile situazione, dove la sopravvivenza ha conquistato il primato su tutte le altre necessità. Solo la Resistenza ha provato a riscattare la Nazione; ma era comunque un movimento di gruppi eterogenei, non certo della maggioranza di un popolo. Hanno avuto visibilità e hanno potuto incidere sulla storia solo grazie alle armi. Con questo non intendo sminuire l'importanza di quel movimento, ma sostenere che la maturazione culturale, sociale, la presa di coscienza di un popolo che intende contare come tale non ha trovato domicilio presso di noi. E da allora, dopo un primo periodo dove almeno affioravano sentimenti di solidarietà umana, corruttela si è sostituita a corruttela. L'educazione di regime è sta questa: o corrotto o perdente; o complice o disadattato, a qualsiasi classe si appartenesse.
    Questo ha fatto consolidare la realtà che solo gli appartenenti a famiglie "mafiose" potessero ambire a scavalcare gli steccati del ceto di origine, qualunque esso fosse.
    Ed è questo che fa precipitare l'Italia nel baratro della crisi permanente, i milioni di Italiani a cui è vietato di fare cose diverse da quello che facevano i loro padri: L'IMPERMEABILITA' di classe. Penso con rammarico: quante risorse sprecate!
    Anzi più si è mediocri, più si è svergognati, maggiori sono le possibilità di affermazione.
    Ben vengano una, dieci, centomila mani pulite!

    Citi "Gladio" ma non il progetto "Rinascita" della P2 di Licio Gelli. Le "riforme" che il nostro Presidente del Consiglio ed i suoi compari vogliono portare avanti ne sembrano una fotocopia.
    Certo, i misteri della Repubblica sono tanti, molti imperscrutabili.
    Lungi da me definire Berlusconi l'unico male del nostro Paese. L'ho detto e lo ripeto: per me è, attualmente, il peggiore.
    Cosa vuoi che mandiamo a casa D'alema? D'accordo! E Fassino con la sua signora, seduta in Parlamento da 6 legislature? D'accordo! E così via...
    Ma purtroppo io credo che oggi in Italia, non già per diventare Presidente del Consiglio, ma anche solo amministratore di un condomino di periferia, devi essere un poco di buono, fossi anche un proletario.

    Con amicizia e stima.

    Claudio.

    P.S. Forse non ti sei accorto, ma hai usato più di una volta un'espressione molto cara al Berlusca: "mettere le mani nelle tasche degli Italiani".
    Io non la userei (e qui si potrebbe aprire un altro lungo capitolo, ma adesso non posso perché devo andare a nanna. Domani si lavora)

     
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20 replies since 28/3/2010, 19:57   543 views
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