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Tentativi di andare oltre la propria vertenza?

BINARIO 24 - Assemblea autoconvocata in Stazione Centrale

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  1. polrpk
     
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    Grazie per la trascrizione, ascoltare il pensiero dei lavoratori è sempre la cosa più utile per non cadere nell'avanguardismo e nell'attivismo spicciolo. I comunisti non possono non fare i conti con la classe alla quale appartengono.

    Da quello che ho potuto capire, però, mi verrebbe da rispondere alla tua domanda "tentativi di andare oltre la propria vertenza?" in modo negativo. Questo genere di cose sono sempre state dette, almeno dagli operai più onesti. Negli anni '70 strappare e bruciare tessere del sindacato era cosa non tanto rara tra le parti meno lobotomizzate della classe operaia.

    Che il sindacato sia venduto al capitale, ormai lo hanno capito tutti; persino mia madre, la persona meno politicizzata di questa terra. Che "ci voglia l'unità dei lavoratori", anche questa è cosa importante ma ormai ultra-consolidata, facendo parte della storia del movimento operaio almeno dall'inizio del 1900.

    Negli interventi ho notato un certo spirito riformista, a tratti persino reazionario (la difesa a oltranza del posto di lavoro salariato, invece che comprendere i motivi dell'agire padronale e lottare per la sua abolizione). In soldoni, manca il partito rivoluzionario, l'intervento dei comunisti, che nessun gruppo di militanti voloteroso può costruire. Ma la classe sta già lavorando per costruire questa organizzazione, che è sua emanazione, anche se faticosamente e tra mille insidie.

    Senza il cretinismo parlamenare di millemila assemblee, che già questi operai (che, giustamente, cercano la pragmaticità e non le chiacchere) riconoscono come inutili e noiose, da Oakland e dalle parti più calde del mondo cominciano i tentativi di organizzare una risposta pericolosa. Possiamo dire che la forma di risposta "alla soviet", cioè sostanzialmente di contropotere, è la più classica e tipica del proletariato; e forse anche necessaria, almeno inizialmente.

    Ma l'emergere del partito rivoluzionario non è prescindibile, altrimenti questi organismi di lotta rischiano di disperdere la loro lotta in azioni improducenti.

    La cosa più interessante è che la storia agisce sempre prescindendo dalle idee dominanti (che attecchiscono eccome anche il proletariato) , che sono sempre quelle della classe dominante; non c'è via d'uscita per il capitale, per quanta propaganda possano fare.
    L'identificazione del nemico numero uno nelle banche e nella finanza, se a prima vista può sembrare qualcosa di populista, in realtà è "la storia che sta lavorando per noi", è l'attacco diretto al capitale più di quanto si sia mai fatto attaccando gli imprenditori. Oggi gli agenti del capitale sono le banche, le aziende sono mandate avanti da manager; completa separazione tra proprietà e produzione, completo capolinea del sistema capitalistico. Le banche, cioè il Capitale, appare a TUTTI per quello che è: sfruttamento, usurpazione, estorsione di ricchezza.

    I comunisti debbono gioire di questo: se nei primi del 900 la soluzione appariva colpire i padroni (con tutte le multitudini di problemi e posizioni), oggi è sufficiente colpire questi luoghi del capitale estremamente centralizzati, che CHIUNQUE considera nemici mortali, che NESSUNO può giustificare l'esistenza in termini di utilità e indispensabilità.

    La legge della caduta del saggio del profitto, causa prima e fondamentale della centralizzazione del capitale, è dalla nostra parte trasformando la società sulla base di quello che è il capitale odierno: tutto è alta composizione, tutto è tecnologico, tutto è come le tigri di carta: perfette e invincibili all'apparenza, fragili come carta se costrette ad affrontare situazioni inedite.

    I nemici si riducono in numero e si fanno più spavaldi e cattivi: se finché sei schiavo ciò è brutta cosa, la cosa cambia quando si tratta di farli secchi. Eliminarne 100 è molto più facile che eliminarne centinaia di migliaia.
     
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6 replies since 25/1/2012, 20:50   159 views
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