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Il Michele Serra pensiero versus Marx

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    Premetto che personalmente non ho niente contro Serra, dirò di più, in passato ho anche apprezzato e condiviso parecchie espressioni della sua satira politica quando dirigeva il settimanale CUORE.

    Se scrivo questo testo è solo per difendere Marx, il marxismo ed i marxisti dagli attacchi che gli vengono portati dalla borghesia, ed a maggior ragione se provengono da ex marxisti come appunto lo stesso Serra si definisce.

    Il fatto è avvenuto a Piazza pulita (giovedì 22 febbraio in TV sulla 7) durante una discussione tra Michele Serra (ospite) ed il conduttore Corrado Formigli sul comportamento alquanto bizzarro e contraddittorio di Renato Soru (ex governatore della Sardegna ed appartenente al campo progressista vicino al PD) relativo proprio alle ultime elezioni in questa regione.

    Il tutto parte dalla domanda di Formigli a Serra: “Come mai Renato Soru mette il bastone tra le ruote al campo progressista (Pd/5stelle, ecc.) con probabilità di farlo perdere?”.

    Serra replica che “se non ci fosse Soru ci sarebbe una conta tra l’attuale maggioranza di governo ed una eventuale opposizione allargata”, facendo intendere che quest’opposizione potrebbe anche vincere … ma non riesce a dirlo perché interrotto da Formigli che gli ricorda “che questa è la democrazia”, facendo anche lui intendere che Soru, anche se appartenente al campo progressista, ha tutto il diritto a presentarsi a queste elezioni con una sua lista, sebbene rischia di lasciare il potere alla destra di governo.

    Serra, con palese riferimento a Soru, risponde che “questi sono i misteri dell’animo umano… ed a questo punto libera l’attacco a Marx “… i marxisti - dice - hanno sbagliato tutto, me compreso, pensando che il vero motore della società fosse l’economia”; e continua cercando di spiegare il comportamento di Soru “Più campo più mi accorgo che è il mistero dell’animo umano, … la vanità [sempre riferito a Soru] … perché Soru sa benissimo che non potrà vincere queste elezioni e non può non sapere che la sua presenza ha una funzione di disturbo nei confronti dell’alleanza progressista PD/5Stelle, e quindi se è così la Meloni e Salvini vinceranno sempre e governeranno per tutta questa legislatura…”.

    Anche se i risultati elettorali evidenziano pochi voti di scarto tra i le forze di maggioranza di governo e l’alleanza PD-5Stelle, ecc., quest’ultima, nonostante Soru vince. Resta chiaro che corrispondente al 47,6% l’astensione dal voto resta elevatissima.

    Non entro in merito alla valutazione di queste elezioni in Sardegna, anche perché già mi sono espresso su questo Forum (settore attualità) con un testo riguardante le elezioni in Italia all’indomani della vittoria della destra di Meloni intitolato “Ammesso che abbia vita lunga, che ruolo potrebbe avere questo nuovo governo di dx nei confronti del proletariato?”; e poco importa l’attuale situazione sarda rispetto al fatto che, e lo ribadisco, in questo particolare momento storico del capitalismo, la sua classe dominante - la borghesia mondiale - e quindi anche quella italiana, chiunque governi, continua ad avere serie difficoltà a gestire la sua governabilità attraverso le lezioni.

    E ciò è dimostrato non solo dall’alto e crescente livello di astensionismo che da un bel po’ di tempo riguarda tutti i tour elettorali un po’ dappertutto nel mondo, ma anche dal fatto che le vecchie democratiche stabilità nazionali da un punto di vista politico sono messe un po’ dappertutto in discussione dall’avanzamento di forze marcatamente populiste.

    Oltre a Marx, questo è un attacco esplicito all’auto-frammentazione delle forze “progressiste” dovuta secondo Serra alle ambizioni personali di alcuni individui. Può darsi che, per certi versi ed in questo caso ciò sia vero, tuttavia, non penso che le sorti quinquennali dell’attuale governo siano legate ai capricci di Soru o di chi per esso.

    Secondo me Serra scambia gli effetti con quelle complesse cause sociali che pur giocano ruoli particolari sugli individui, ma che sembrerebbero, sempre secondo lui, non legate a fattori economici. Tuttavia, scava e riscava, alla fine questi ultimi vengono fuori condizionando direttamente o indirettamente, nel bene o nel male, le dinamiche sociali ed i loro protagonisti, gli uomini.

    Cito queste elezioni solo perché vengo colto dalla mia solita orticaria “mentale”, che per la sua insopportabilità mi spinge forzatamente a replicare, quando mi capita di ascoltarli, a chi (politico, intellettuale, scrittore, giornalista …) al servizio dei “valori” borghesi, si mette a mistificare e stravolgere - a torto - il pensiero di Marx. Contribuendo in tal modo a porre un altro tassello a favore dei tantissimi utilizzati quotidianamente dalla incessante campagna borghese mirante a sradicare dalla mente della classe sfruttata l’idea che un’altra società diversa dal capitalismo sia non solo possibile ma anche necessaria, visto il baratro in cui ci sta facendo sprofondare il capitalismo.

    E questo è il caso di Michele Serra, che approfittando di questo letamaio elettorale, cerca di delegittimare il marxismo ammettendo che lui, ex marxista, con altri ex, si era sbagliato nel considerare che alla base di ogni sistema sociale ci sia l’economia a muovere la società, contrariamente a ciò che Marx magistralmente ha espresso nella Ideologia tedesca.

    Ora Serra avrebbe potuto dire che lui insieme ai suoi amici ex marxisti, pur rivendicandone in passato il legame, hanno sbagliato a pensare che a muovere le leve della società ci sia una base economica e … padrone di dirlo… sarebbe stato uno come tanti ex che oramai vediamo spesso in prima fila in quasi tutti i talk show televisivi a difendere comunque da sx o da dx i “valori” democratici borghesi, e nessuno si sarebbe meravigliato oltre il dovuto.

    Ma la frase “i marxisti hanno sbagliato tutto”, pronunciata da un pentito del marxismo fa passare sornionamente l’idea che chi la dice stia sancendo una indiscutibile verità, come recitato da un vecchio proverbio napoletano: "io vengo dal morto (leggi dal marxismo) e ti dico che è mortoe tu, che stai lontano (magari da Marx), mi dici invece che è vivo …? (nel vecchio proverbio chiaramente non è citato né Marx né il marxismo). Quindi pare che i marxisti seguendo Marx abbiano sbagliato tutto, e questo costituisce un ulteriore ostacolo alla presa di coscienza di classe del proletariato già abbastanza colpita e disorientata dalle campagne ideologiche della borghesia contro il comunismo.

    In effetti, accusando loro stessi di aver sbagliato tutto, accusano quindi Marx di aver commesso un grave errore, ne consegue che certe cose … se solo gli ex marxisti (e magari lo stesso Marx) se ne fossero accorti in tempo … forse non sarebbero accadute: altrimenti Serra perché avrebbe usato la frase “i marxisti hanno sbagliato tutto”?

    A meno che non si riferisca al presunto fallimento del marxismo legato come equazione al fallimento dei paesi dell’Est (stalinismo) o a Cuba ecc, come recita la più grande mistificazione borghese della storia facendoli passare per paesi socialisti. Dal momento che questi ultimi non sono stati altro che paesi caratterizzati da un capitalismo di Stato caricaturale… e se hanno creduto che quello fosse il socialismo elaborato da Marx e dai veri marxisti, effettivamente gli ex marxisti alla Serra hanno sbagliato tutto!

    (leggi sul sito della CCI la sua Piattaforma al punto 4 e 5). Purtroppo però questo messaggio fraudolento è passato anche nei ranghi proletari colpendo in maniera piuttosto pesante la loro coscienza di classe sfruttata e portatrice di una società diversa dal capitalismo: il comunismo.

    D’altronde, come affermano anche parecchi intellettuali dichiaratamente non marxisti e mai stati tali mi sembra eccessivo spiegare un evento così importante per la borghesia (le elezioni) facendo appello solo al mistero dell’animo umano e/o a capricci di quel tizio o di quel caio, o solo attraverso una sociologia superficiale. Ma è pur vero che certi individui in circostanze particolari possono avere una particolare funzione nel determinare un certo avvento e nel condizionare il suo andamento, e questo né Marx né i veri marxisti lo hanno mai negato.

    Ma vediamo come viene espresso questo concetto da Marx:

    “Victor Hugo si limita a un'invettiva amara e piena di sarcasmo, contro l'autore responsabile del colpo di Stato da parte di Luigi Napoleone Bonaparte (Napoléon le Petit), l'avvenimento in sé gli appare come un fulmine a ciel sereno. Egli non vede in esso altro che l'atto di violenza di un individuo. Non si accorge che ingrandisce questo individuo invece di rimpicciolirlo, in quanto gli attribuisce una potenza di iniziativa personale che non avrebbe esempi nella storia del mondo. Proudhon, dal canto suo, cerca di rappresentare il colpo di Stato come il risultato di una precedente evoluzione storica; ma la ricostruzione storica del colpo di Stato si trasforma in lui in una apologia storica dell'eroe del colpo di Stato. Egli cade nell'errore dei nostri cosiddetti storici oggettivi. Io mostro, invece, come in Francia la lotta di classe abbia creato delle circostanze e una situazione che hanno reso possibile a un personaggio mediocre e grottesco di far la parte dell'eroe". (Marx nella seconda prefazione del Diciotto Brumaio di Luigi Bonaparte).

    E oggi vediamo molti di questi personaggi ... non vi sembra? E manco a farla apposta in questa situazione che li genera comunque c’entra - eccome! - la lotta di classe (leggi il Rapporto sulla attualizzazione delle Tesi sulla decomposizione Published by: Rivoluzione Internazionale 25 Ottobre 2023).

    Ora però mi preme esprimere l’origine del pensiero di Serra che poi è il pensiero dominante borghese.
    Anche se la borghesia talvolta è costretta ad ammettere che esistono particolari circostanze socio-economiche che possono determinare, condizionare certi avvenimenti e certi comportamenti caratteriali di alcuni individui, che presentandosi sullo scenario sociale possono sparigliare le carte in tavola, è pur vero che essa, nello spiegare lo svolgimento della storia umana, ha sempre cercato di attribuire al susseguirsi di tali avvenimenti, in bene o in male, l’intervento implicito o esplicito, volontario o non, di particolari personaggi, in genere genialità.

    Chiaramente in coerenza con questa concezione, essa è sempre pronta a riconoscere l’uomo di turno che potrebbe addirittura cambiare un corso storico anziché un altro. E ciò avverrebbe attraverso il possesso individuale di particolari virtù, come una propria forza, saggezza, sana ambizione, elevata competenza ed altro, ma anche al contrario attraverso una sua debolezza, una sua meschinità, una sua paura, un suo basso acume, una sua follia criminale, una sua vanità (come fa accenno Serra nel caso di Soru), ecc.

    Il tutto chiaramente traduce una concezione individualistica della storia, come se il suo progredire fosse determinato non dalla lotta di classe (Manifesto del Partito Comunista di Marx e di Engels) ma dalla sola volontà di tizio, o dal capriccio di caio, o dalle follie di un re, o dall’ambizione di un capo di Stato, o di una regina e peggio ancora di un dio, di una dea ecc. ecc., a prescindere dal contesto storico in cui si vive e dal suo corso.

    Cosa alquanto discutibile perché significherebbe credere, per esempio, che se i genitori del nazionalista serbo Gavrilo Princip il giorno in cui furono impegnati a concepirlo fossero stati distratti da una rappresentazione teatrale o da altro, lui non sarebbe esistito, e quindi nemmeno la sua determinatezza a fare fuori con l’attentato del 28 giugno 1914 Francesco Ferdinando, per cui non sarebbe scoppiata la prima guerra mondiale.

    Ed esempi di questo genere, che la borghesia con notevole faccia tosta sostiene sempre, sono tantissimi, ne cito qualcuno a caso: Hiltler, Saddam Hussein, e per ultimo Putin…

    Ora però ho la necessità di mettere alcuni puntini sulle i relativi all’influenza dell’economia a livello sociale sostenuta da Marx e dai veri marxisti. I quali se pure ammettono che l’economia stia alla base di ogni società non riducono gli uomini a semplici marionette dei meccanismi economici, ed è lo stesso Marx a dirlo "… gli uomini fanno, loro, la propria storia e la storia è determinata dunque non solo dalle leggi ma anche dalla capacità o non degli esseri umani di basare le loro azioni sul pensiero cosciente e la conoscenza di queste leggi” …

    E per rendere questo argomento ancora più strutturato e magari convincente mi limito a riportare solo brevi frasi iniziali con cui Marx fa l’Introduzione alla critica dell’economia politica.
    Che nessuno si spaventi!

    Sono infatti solo “poche righe” in cui il corsivo evidenziato in grassetto è di Marx, l’inciso tra le parentesi quadre è del sottoscritto:

    "Nella produzione sociale della propria esistenza, gli uomini allacciano dei rapporti determinati …

    [sono queste particolari relazioni umane tali da averci consentito di inscrivere la nostra evoluzione storica in un susseguirsi di epoche diversificate da specifiche caratteristiche sociali, almeno a partire da quelle dei primi nuclei famigliari del paleolitico comunismo tribale, a cui hanno fatto seguito lo schiavismo, il feudalesimo o servaggio ed infine il capitalismo] 1

    … necessari …

    [Necessari a che cosa? Evidentemente alla sopravvivenza degli individui, quindi il mangiare, il bere, il ripararsi ecc. che sono l’ABC per la vita degli uomini e quindi per la loro riproduzione sociale, ed è innegabile che il modo con cui vengono soddisfatte queste necessità primarie è determinato dal lavoro umano che indiscutibilmente è sociale, per cui caratterizzato e regolato fin dai primi vagiti umani da ben precisi rapporti socio-economici; “o no caro Serra”? O forse i rapporti sociali del primitivo comunismo tribale erano determinati da un Dio o da una invenzione di Engels?],

    … indipendenti dalla loro volontà …

    [o Serra crede, per esempio, che la borghesia quando è nata nei borghi delle città feudali, all’inizio dei primi secoli del secondo millennio dC, aveva, come parto della sua volontà, già tutto chiaro su ciò che sarebbe diventata? Cioè che avrebbe potuto introdurre rapporti sociali politici democratici diventando la classe dominante nel capitalismo, attraverso la loro imposizione, forzata o non, all’assolutismo feudale? E ciò indipendentemente dalla sua forte economia rampante rispetto a quella stagnante e oramai fallimentare feudale?

    In realtà non avrebbe mai potuto strappare il potere politico e sociale all’aristocrazia feudale se non si fosse via via rafforzata come classe sociale autonoma dagli obsoleti ed alquanto circoscritti circuiti oramai improduttivi feudali attraverso la indiscussa supremazia della sua economia],

    … questi rapporti di produzione [effettivamente] corrispondono allo stadio dato dello sviluppo delle loro forze produttive materiali …

    [In altre parole c’è un legame stretto tra il livello tecnico raggiunto dai mezzi di produzione e quel determinato rapporto storico sociale. Marx infatti diceva al mulino a braccia non poteva che corrispondere lo schiavismo, al mulino ad acqua il servaggio o feudalesimo, al mulino al vapore il capitalismo.

    O Serra crede che sarebbe stato possibile durante lo schiavismo - per esempio nell’antico Egitto dei faraoni (ma lo stesso vale per la Grecia e Roma antica) - adottare rapporti sociali democratici e tali che le sue obbligatoriamente deboli forze produttive avrebbero consentito a quelle società di inviare razzi sulla luna - pardon su Osiride, per la genialità di qualche individuo?];

    [ed è]

    … l’insieme di questi rapporti a formare la struttura economica della società…

    [per esempio i rapporti economici borghesi sono: l’accumulazione di capitali attraverso la produzione di merci, con lo sfruttamento del lavoro salariale e con la vendita di queste ultime sui mercati, il tutto coadiuvato dall’economia finanziaria (e non da debiti insolvibili!) – quindi parliamo di rapporti economici ben precisi e che nel capitalismo hanno in genere come loro forma politica più elevata la “democrazia” ed il loro Stato/nazione.

    O secondo Serra sarebbe nata prima la democrazia, la nazione, lo Stato come invenzioni di qualche illustre ideologo borghese e poi la sua economia rampante?],

    … il fondamento reale …

    [infatti dice un vecchio proverbio senza soldi non si cantano messe]

    … su cui si eleva un edificio giuridico e politico ed a cui corrispondono …

    [e Marx, a ragione, ammette che a questi rapporti giuridici e politici corrispondono]…

    … anche forme religiose, artistiche, filosofiche; in breve, le forme ideologiche all'interno delle quali gli uomini prendono coscienza …”


    [ovvero il diritto, la politica, lo Stato e quelle date ideologie (religione, arte, filosofia, ecc.) che meglio possono servire alla classe dominante di turno ad aiutare il proprio sistema economico sociale nella sua funzione storica progressista]

    [ma ciò fino a che]

    … “queste stesse forze produttive sociali ad un certo grado del loro sviluppo non entrano in collisione con i rapporti produttivi esistenti, o con i rapporti di proprietà in seno ai quali esse si erano mosse fino ad allora, e che non ne sono che l’espressione giuridica. Ieri ancore forme di sviluppo delle forze produttive, queste condizioni si trasformano in pesanti ostacoli. Comincia allora un’era di rivoluzione sociale” …

    [Ciò significa che in una tale situazione storica se l’umanità vuole un futuro deve superare obbligatoriamente il vecchio sistema sociale sostituendolo con un altro superiore a partire da quelle contraddizioni che hanno condannato il vecchio sistema sociale, d’altra parte come essa ha sempre fatto almeno fino al capitalismo].

    Un avvertimento: tali quesiti ed affermazioni non possono essere messi in discussione citando l’ossimoro laico/creazionista della vecchia e stupida questione: “chi è nato prima l’uovo o la gallina?”. Una lettura evoluzionista, per esempio Darwin, potrebbe schiarire le idee!

    Al di là di una risposta di Serra, che sicuramente non arriverà mai, vi sembra che tutta questa complessa e corposa concezione della storia umana, sebbene anticipata in solo poche righe (figuriamoci il resto!) possa avere qualcosa a che vedere con le paturne di un Soru o con una croce su di una scheda elettorale, come appunto ipotizzato da Serra?

    Secondo Serra, coerente con il suo mondo borghese sarebbero le cabine elettorali a migliorare il mondo (la democrazia) se solo la gente capisse dove sta il bene o dove sta il male, a prescindere dall’economia (e qui casca l’asino di turno!) e al netto dei capricci di tizio o di caio o nonostante questi?

    Beh! Su questo ho molti ma molti dubbi, anzi direi certezze se penso di non trovarci più nel periodo di ascesa del capitalismo, durante il quale il suffragio universale poteva costituire una conquista politica per il proletariato, ma nella sua decadenza (leggi sul sito della CCI la sua Piattaforma al punto 8. La mistificazione parlamentare ed elettorale) e oggi in sua avanzata decomposizione.

    D’altronde anche crescenti masse di proletari, che sicuramente non hanno avuto la possibilità di leggere e condividere i concetti di decadenza e decomposizione, non votano più perché hanno capito sulla loro pelle che le elezioni chiunque le vinca non possono migliorano le loro condizioni di vita, e come su detto non sono pochi.

    Ma non è forse la crisi economica mondiale ad impedire ai vari governanti di turno (destra, sinistra, centro, populisti, autoritari e non) a soddisfare le necessità sociali delle popolazioni, al di là di chi fa peggio o meno peggio?

    Infatti, molti economisti borghesi in coerenza con questa ovvietà dicono “un conto è ciò che si promette durante la campagna elettorale, un conto è poi governare”, in altre parole si governa facendo i conti con l’economia (checché ne pensi Serra).

    E in linea di massima non mi risulta che attualmente ci siano popolazioni che possano essere soddisfatte delle loro condizioni di vita nel loro paese rispetto agli alti livelli raggiunti dalle forze produttive.

    Sono allora tutti governanti inetti, è solo una coincidenza, benché “stranamente” complessa per le sue dimensioni? A me risulta difficile immaginare che nessuna mamma in un passato relativamente recente non abbia potuto partorire qualche brava prole tale da assicurare, una volta cresciuta e quindi in età di governare, una prospera e felice stabilità economica e politica al proprio paese e quindi alla rispettiva popolazione.

    Intanto però vediamo ciò che produce l’attuale classe dominante come individui responsabili delle sorti del mondo (quelli che dovrebbero essere i migliori): Tramp o Biden come rappresentanti delle più forti espressioni democratiche!!!… Putin o Xi Jinping … espressioni di governi autoritari e dittatoriali, e in aggiunta, perché no?... il redivivo Erode Benjamin Netanyahu in opposizione agli oscurantisti orchi tagliagole di Hamas … o il recente terrapiattista Javier Gerardo Milei … Vogliamo scherzare, devo continuare?

    Non penso proprio che si tratti di coincidenze, e se anche per la giustizia borghese tre indizi sono la prova, e qui gli indizi superano largamente il numero 3, oltretutto aumentando in progressione geometrica ogni giorno che passa, non ci sono altre spiegazioni: il problema è proprio il capitalismo in decadenza ed in decomposizione.

    Ma prima che il capitalismo ci distrugga come specie umana, una soluzione di salvezza c’è, ed è il socialismo a livello mondiale, chiaramente non come regalo democratico elettorale, ma conquistato dal proletariato attraverso la lotta di classe in antitesi diretta alla borghesia. E a dirlo è proprio il marxismo, ma quando si attacca Marx si nega la possibilità reale di una società diversa dal capitalismo, e qui purtroppo c’è tutto il folle nichilismo di una classe sociale decrepita, senza futuro, che pur di sopravvivere in questa sua orrenda barbarie rischia di distruggere tutta la specie umana

    A proposito di socialismo voglio aggiungere ciò che ha detto una delle più grandi marxiste (dopo Marx): “Il socialismo non è, appunto, un problema di coltello e forchetta (… e buon appetito a tutti coloro che riducono Marx ad una cena) ma un movimento culturale, una grande e potente concezione del mondo” (Rosa Luxemburg, lettera a Franz Mehring).

    Ed è per dire anche di queste cose che la rivoluzionaria Rosa Luxemburg è stata trucidata da quella socialdemocrazia a cui attualmente, anche se non direttamente e magari con dei distingui, fanno riferimento i democratici e sedicenti progressisti borghesi, compresi Serra e company.

    E voglio dare un altro consiglio a Serra e magari ai suoi amici ex marxisti, quello di leggere o di rileggere con più attenzione Il 18 Brumaio di Marx in cui sorprendentemente, in quanto scritto circa un secolo e mezzo fa, possono trovare anche una risposta coerente sull’odierno bizzarro comportamento di Soru, che sicuramente non è Napoléon le Petit redivivo… ma… “La storia si ripete prima come tragedia e poi come farsa”… e le farse in genere dovrebbero suscitare ilarità se non ci fosse da piangere per gli orrori che il capitalismo e la sua classe dominante ci stanno “regalando”.

    1. "Qui si tratta soltanto di grandi tratti caratteristici generali, poiché né le epoche geologiche né quelle storiche della società possono essere divise da linee divisorie astrattamente rigorose” (Marx).

    E nella risposta che dà ad uno scrittore populista, Nikolaj Michajlowiskij, che lo criticava proprio sul fatto che ne Il Capitale avrebbe formulato arbitrariamente senza alcuna prova una sorte di determinismo storico per tutti i popoli, Marx è più esplicito:

    “Nel capitolo sull'accumulazione primitiva, io pretendo unicamente indicare la via mediante la quale, nell'Occidente europeo, l'ordine economico capitalistico sia uscito dal grembo dell'ordine economico feudale. Esso segue il movimento che prodotto il divorzio del produttore dai mezzi di produzione, trasformando il primo in salariato (proletario nel senso moderno della parola) e i secondi in capitale. Il mio critico [Nikolaj Michajlowiskij] sente l'irresistibile bisogno di metamorfosare il mio schizzo della genesi del capitalismo nell'Europa occidentale in una teoria storico-filosofica della marcia generale fatalmente imposta a tutti i popoli, in qualunque situazione essi si trovino, per giungere infine alla forma economica che, con la maggior somma di potere produttivo del lavoro sociale, assicura il più integrale sviluppo dell'uomo. Ma io gli chiedo scusa: è farmi insieme troppo onore e troppo torto”.[/font][/font]
     
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