Napoli Oltre

elezioni

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  1. osvaldo4s
     
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    Carissimi, questo è il testo di un volantino esposto e diffuso nel luogo in cui lavoro e per la sua lunghezza sono stato molto combattuto dall’inviarlo. Esso, comunque, è il prodotto di una discussione ordinata e corretta realizzata da un gruppo di lavoratori, (tra cui chiaramente il sottoscritto), che hanno avuto anche la necessità di tradurla in uno strumento di propaganda verso altri colleghi. Ora, al di là della condivisione o meno del suo contenuto (che, in diversi punti, ricalca completamente alcuni concetti che il sottoscritto già ha esposto sullo stesso forum nella risposta a Francesca a proposito delle ultime elezioni) penso che la sua importanza, ed è per questo che poi lo inviato, risieda nel fatto che rappresenta un ulteriore prodotto delle nostre discussioni anche attraverso vie diverse da internet. Chiaramente il tutto - da un punto di vista di contenuto - resta in qualsiasi sede ulteriormente discutibile.

    Finalmente sono finite le elezioni


    A sentire i diversi partiti che hanno partecipato a questa carnevalata tutti cantano vittoria. Sia quelli che realmente hanno vinto perché appartenenti alla coalizione vincente, centrodestra, sia quelli che, pur appartenendo alla coalizione perdente di centrosinistra, accampano margini di vittoria con calcoli quantomeno complessi e consolatori che comunque non soddisfano quell’elettorato, diciamo di sinistra, che pur otturandosi il naso ha votato per il meno peggio.
    Ma la domanda che questi lavoratori si devono porre è: da che cosa viene fuori questo peggio? E se individuato, è possibile evitarlo solo votando?
    La risposta più ovvia sta proprio nei fatti, e cioè nella perdita di fiducia da parte di quel popolo di sinistra determinata proprio da quelle politiche che la sinistra sta ormai adottando da anni, sia stando a governo che all’opposizione. Da ciò viene fuori di conseguenza un altro quesito: o la sinistra ha adottato quelle politiche antioperaie e di sacrifici perché totalmente incompetente e quindi è inutile votarla, oppure perché doveva e dovrà rispondere in maniera crescente e responsabile a problemi più seri richiesti dalla necessità della borghesia italiana, per non rischiare la retrocessione rispetto alle agguerrite borghesie concorrenti di altri Stati e nazioni, tutte confrontate a sopravvivere a questa crisi economica che oramai è diventata non solo endemica ma non più superabile con i rapporti di produzione borghesi. E sta proprio qua la vera natura del peggio. In realtà senza rimuovere i fattori economici globali, che agiscono e fanno pressione a livello di ogni borghesia nazionale, ogni tentativo di evitare il peggio di oggi con le elezioni, sicuramente, si traduce nel pessimo di domani.
    Non a caso, da un bel pó di tempo, o vince la sinistra o vince la destra, a perdere sono sempre i lavoratori.
    E’ proprio la mancanza di un’opposizione reale e di massa a queste politiche di attacco alle condizioni di vita dei lavoratori, che, ironia della sorte, vengono vergognosamente portate avanti da quella sinistra che si dice amica dei lavoratori, a sfiduciare e disarmare ideologicamente quest’ultimi.
    In altre parole significa togliere agli sfruttati, ai proletari, agli operai ogni possibilità di sperare che le cose possano migliorare organizzandosi e battendosi insieme (come classe) per il diritto al lavoro, allo studio, contro il precariato, la disoccupazione, per una vita più dignitosa, e per dare un futuro alle generazioni che si affacciano al mondo del lavoro.
    Quindi votare contro o per, non risolve proprio un bel niente. Anzi si peggiorano le cose.
    Tuttavia, se proprio dobbiamo considerare la tornata elettorale, e ritrovare in essa una certa positività, c’è da porre attenzione al costante e cospicuo aumento del popolo dei non votanti. Infatti, questo vasto astensionismo già esprime quel necessario senso pratico e critico verso qualsiasi politica borghese ed antioperaia, e quella necessaria diffidenza senza della quale non è possibile passare ad una fase successiva di lotte di massa. Lotte che mentre si oppongono al peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori per un reale “si deve pur vivere” ci portano contemporaneamente a batterci anche per una prospettiva concreta di una società diversa, a misura d’uomo ed in armonia con la natura.
    O si lotta uniti e solidali attraverso l’autorganizzazione di scioperi di massa per la difesa delle proprie condizioni di vita ed a largo raggio, senza delegare a nessuno la nostra vita, o nelle urne si perde:
    il trucco sta nel fatto che spingendoci a votare ci danno l’illusione che possiamo scegliere democraticamente e quindi autonomamente il nostro futuro. In realtà andiamo solo a votare quelle politiche economiche antioperaie che la borghesia attraverso il proprio quadro politico (parlamento borghese) ha già deciso di adottare prima dell’elezioni. Aprile/2010 Lavoratori Comunisti (che pensano con la loro testa)
     
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20 replies since 28/3/2010, 19:57   545 views
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