Napoli Oltre

Lettera aperta ai 500 lavoratori della scuola di Modena firmatari dell’appello per lo sciopero degli

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  1. Eduardo20
     
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    Cari tutti, ho trovato sul web questa interessante lettera del coordinamento precari della scuola di Modena. Credo che le cose che sono riportate al suo interno siano applicabili pari pari un po' dappertutto, per cui questa lettera assume un valore che va ben oltre la sola città di Modena. Voglio solo fare un'osservazione a volo prima di sottoporla all'attenzione di tutti. Nel testo è presente giustamente una disillusione per i sindacati (nella fattispecie per CGIL, CISL, UIL e SNALS), ma si capisce che è tutta l'opera dei sindacati, di qualunque matrice e dimensione, ad essere messa in discussione. Basti pensare che, per ottenere la proclamazione di una giornata di sciopero, il coordinamento precari sia costretto a fare una raccolta di firme da sottoporre all'attenzione dei sindacati. Ma se i lavoratori precari della scuola di Modena sono arrivati a creare un coordinamento, ci sarebbe da chiedersi: ma c'è veramente bisogno dei sindacati? Non si può puntare ad allargare il coordinamento ad altri settori, ad altre città, ... E' solo un sogno? Eduardo

    May 31, 2010
    Care colleghe, cari colleghi
    il Coordinamento Precari della Scuola di Modena ha avviato, un mese fa circa, una campagna raccolta firme tra i lavoratori della scuola per chiedere alle organizzazioni sindacali presenti nella nostra provincia di proclamare due giorni di sciopero in occasione degli scrutini di giugno. L’appello è stato sottoscritto da oltre 500 lavoratori (trovate sotto l’elenco completo). E’ emerso un parere favorevole allo sciopero in assemblee (Rsu o autoconvocate) di vari istituti della provincia: l’assemblea Rsu del Liceo Fanti, l’assemblea Rsu dell’istituto Selmi, l’assemblea autoconvocata dei docenti dell’istituto Cattaneo di Modena, l’assemblea Rsu dell’istituo Baggi di Sassuolo, l’assemblea Rsu dell’istituto Paradisi/Liceo Allegretti di Vignola (che ha anche espresso voto favorevole a un ordine del giorno in cui si dichiara l’adesione ai due giorni di sciopero: lo alleghiamo a questa lettera). Aggiungiamo che, in occasione della giornata di mobilitazione del 20 maggio, un’assemblea di 700 lavoratori della scuola ha letteralmente acclamato la richiesta di sciopero degli scrutini.
    E’ nostro dovere fare un bilancio di questa campagna e darvi indicazioni circa l’organizzazione dello sciopero stesso: di fronte al massacro della scuola pubblica solo risposte forti, come il blocco degli scrutini, possono strappare risultati.
    I tagli nella nostra provincia e l’attacco ai lavoratori della scuola
    Sono ormai ufficiali i dati dei tagli per la provincia di Modena: tra un mese saranno circa 400 i precari della scuola che diventeranno disoccupati. E’ previsto per il prossimo anno scolastico il taglio di 213 cattedre nella provincia di Modena (128 solo alle Superiori), che corrispondono al licenziamento di almeno 300 insegnanti precari (se si considera il fatto che molti precari lavorano su spezzoni di ore e non su cattedra). A questi vanno aggiunti i 651 posti in meno per il personale Ata in Emilia Romagna (presumibilmente almeno 150 licenziamenti di personale Ata nella nostra provincia). Non solo: si annuncia la definitiva cancellazione delle graduatorie ad esaurimento, che verranno sostituite con albi regionali a cui i presidi potranno attingere con discrezionalità, senza più prospettive di assunzione in ruolo: nella peggiore delle ipotesi i precari diventeranno disoccupati tra un mese, nella migliore saranno precari a vita. Per i lavoratori precari, in altre parole, si tratta di questione di vita o di morte: l’ultima speranza che ci resta per respingere i tagli è, insieme alla mobilitazione permanente del personale della scuola, la buona riuscita dello sciopero degli scrutini.
    Ma l’attacco non riguarda solo i precari, ma anche il personale di ruolo. Per fare un solo esempio, la cosiddetta riforma delle Scuola Superiori (di fatto, un taglio indiscriminato di ore di lezione, che nei tecnici e nei professionali verrà applicato fino al quarto anno) comporterà notevoli disagi per tutti i lavoratori: esuberi, trasferimenti, snaturamento delle discipline. Anche studenti e famiglie verranno danneggiati: si troveranno a completare un percorso di studi diverso da quello scelto, con la decurtazione delle ore di laboratorio e di discipline importanti per la loro formazione.
    Ma non finisce qui. In questi giorni il ministro Tremonti ha annunciato l’intenzione di fare cassa – 25 miliardi di euro – sulle spalle dei lavoratori del pubblico impiego: blocco degli scatti di anzianità anche per il personale di ruolo (con la conseguente perdita di stipendio tra i 1500 e i 3000 euro su base annua), introduzione del licenziamento facile anche tra i lavoratori del pubblico impiego (si veda il decreto Brunetta, che verrà esteso anche alla Scuola, che prevede un 25% obbligatorio di personale sottopagato e licenziabile a discrezione dei dirigenti), chiusura delle finestre delle pensioni.
    E questo è solo un primo assaggio di quello che ci aspetta: lo stesso Tremonti ha dichiarato che la manovra non sarà sufficiente e si annunciano nuovi sacrifici per i lavoratori. I lavoratori devono respingere questo attacco! L’esperienza dimostra che solo con forme di lotta incisive è possibile rispedire al mittente attacchi di una tale pesantezza e rivendicare migliori condizioni di lavoro. Per questo abbiamo chiesto alle organizzazioni sindacali di difenderci e di proclamare due giorni di sciopero in occasione degli scrutini di giugno: in passato, il blocco degli scrutini ha permesso ai lavoratori della scuola di ottenere risultati concreti. Molti di voi se lo ricorderanno.
    Lo sciopero degli scrutini è stato proclamato da Cobas, RdB e Usi. La Gilda di Modena lo sostiene. Vergognoso il rifiuto delle altre organizzazioni sindacali.
    Il Coordinamento Precari della Scuola di Modena ringrazia i sindacati di base (Cobas, RdB e Usi) per aver proclamato due giorni di sciopero degli scrutini (7 e 8 giugno). La legge 146 del 1990 ha reso infatti difficilmente praticabile il vero e proprio blocco degli scrutini: è, tuttavia, possibile, senza sanzioni di alcun tipo (né disciplinari, né pecuniarie), effettuare due giorni di sciopero in occasione degli scrutini finali, purché non vengano coinvolte le classi terminali. Si tratta di un’azione che, se ben organizzata nelle scuole, può essere incisiva: sicuramente più incisiva di uno sciopero ordinario (abbiamo visto che il governo ha sistematicamente ignorato gli scioperi degli ultimi due anni).
    Anche grazie alla raccolta firme promossa dal Coordinamento Precari della Scuola di Modena, la Gilda di Modena ha deciso di sostenere lo sciopero stesso (anche se la Gilda a livello nazionale non lo ha indetto). Riteniamo positiva questa presa di posizione (nonostante la mancata indizione), espressa pubblicamente dai rappresentanti provinciali della Gilda: sicuramente si tratta di una possibilità in più per la buona riuscita dello sciopero (la Gilda a Modena conta numerosi iscritti).
    Diversamente, riteniamo vergognosa la risposta data dalle direzioni provinciali della Flc Cgil, della Cisl, della Uil e dello Snals alla nostra richiesta. Non solo hanno ignorato le 500 firme dichiarandosi indisponibili a proclamare lo sciopero stesso ma, soprattutto, stanno in queste settimane operando un boicottaggio attivo dello sciopero stesso, mandando circolari nelle scuole in cui esplicitano la loro contrarietà allo sciopero (per la gioia dei presidi), in questo dimostrando di ritrovare una perfetta unità sindacale. I rappresentanti dello Snals, della Cisl e della Uil – dopo essere stati per due anni seduti al tavolo del governo, non aver proclamato nemmeno uno sciopero e aver portato a casa 180 mila licenziamenti – oggi ci spiegano che “lo sciopero è inutile”: è evidente a tutti noi, soprattutto a noi precari destinati alla disoccupazione, quanto invece è stata “utile” l’azione di questi sindacati. Addirittura la Cisl suggerisce ai presidi di spostare le date degli scrutini (cosa in realtà illegale e sanzionabile). Ma non è stato da meno il segretario provinciale della Flc Cgil, Stefano Colombini, che, all’indomani dell’incontro coi rappresentanti del Coordinamento Precari della Scuola di Modena (che gli hanno consegnato le 500 firme, in gran parte di iscritti alla Cgil), ha mandato in tutte le scuole della provincia una circolare pubblica in cui definisce lo sciopero degli scrutini “la fantastica trovata di qualcuno”. Non bastasse, è arrivata un’altra circolare della Flc Cgil di Modena in cui si ricorda che la Flc Cgil non sostiene lo sciopero perché “divide i lavoratori”. Ci chiediamo quali interessi abbia la direzione provinciale Flc Cgil da difendere tanto da essere così solerte nel far sapere ai presidi, al ministero dell’istruzione e al governo Berlusconi che è contraria allo sciopero richiesto dai coordinamenti precari di tutta Italia. Sicuramente, gli interessi che difende non sono quelli dei 400 precari che rischiano, tra un mese, di perdere il posto di lavoro. Come abbiamo scritto in un volantino: non vi chiedevamo di assumerci, ma di indire uno sciopero! Vorremmo che provaste a immaginare una fabbrica, dove 400 lavoratori rischiano il licenziamento. I lavoratori, riuniti in assemblea, chiedono ai sindacati di indire uno sciopero… e il sindacato affigge in bacheca una lettera pubblica (letta anche da chi vuole licenziare quei lavoratori) in cui definisce “inutile” o “fantastica trovata di qualcuno” lo sciopero richiesto, per la gioia di chi licenzia. Ecco quello che è successo a noi. La Flc Cgil di Modena annuncia la nascita di un coordinamento precari Flc Cgil: chiediamo a tutti i precari iscritti alla Cgil che ne faranno parte di prendere pubblicamente posizione questo vergognoso attacco ai danni dei precari che rischiano il licenziamento.
    Lo sciopero può e deve riuscire comunque! Ecco come organizzarsi.
    Lo sciopero è stato indetto. E’ importante che tutti i lavoratori firmino per presa visione la circolare in cui ne viene data comunicazione (non è necessario scrivere che si aderisce, basta firmare per presa visione).
    Basta che un solo insegnante scioperi in uno scrutinio ed è obbligatorio, per i presidi, rimandare lo scrutinio stesso (nessun insegnante può sostituire un collega che aderisce allo sciopero degli scrutini!).
    E’ possibile aderire all’intera giornata di sciopero (cosa che può fare utilmente il personale Ata, ostacolando in questo modo lo svolgimento degli scrutini) oppure astenersi solo dall’attività di scrutinio (sciopero breve), con una trattenuta pari all’effettiva durata prevista dello scrutinio (17,5 euro l’ora). E’ utile organizzarsi in modo da suddividere le spese (anche istituendo una “cassa di resistenza”: ad esempio, i colleghi che non hanno scrutini in quel giorno, possono dare un contributo ai colleghi che bloccano più scrutini o al personale Ata).
    I presidi non possono spostare le date degli scrutini! Si tratterebbe di attività antisindacale! Nel caso in cui ciò avvenisse, vi chiediamo di segnalarcelo ([email protected]): provvederemo a denunciare il fatto. Vi ricordiamo anche che non c’è alcun obbligo di consegnare i voti prima dello scrutinio stesso (nonostante i presidi lo richiedano per agevolare i lavori: ma in questo frangente non ci sembra sia il caso di agevolare alcunché).
    Uno degli argomenti che i presidi usano è “che tanto lo scrutinio verrà riconvocato entro 5 giorni”. Questo è vero: ciò non toglie che se avrà un’adesione di massa potrà creare disagi notevoli e creare seri problemi al governo. E’ anche vero che se in una scuola esiste una disponibilità da parte dei lavoratori, è possibile – col sostegno dei sindacati che hanno indetto lo sciopero – indire un nuovo sciopero in occasione della nuova riconvocazione degli scrutini. In questo caso si passerebbe a un vero e proprio blocco degli scrutini, che è sanzionato dalla legge. Le sanzioni possono arrivare fino a 500 euro al giorno per il singolo lavoratore e alcune migliaia di euro per le organizzazioni sindacali, ma in nessun caso può comportare il licenziamento del lavoratore (né tantomeno, ovviamente, sanzioni penali).
    Il Coordinamento Precari della Scuola di Modena fa appello a tutte le organizzazioni sindacali che sostengono lo sciopero degli scrutini di giugno a organizzare, in questa settimana, in vista dello sciopero degli scrutini del 7 e 8 giugno, assemblee e riunioni per fare in modo che l’azione sia il più incisiva possibile.
    CONTATTI
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    www.precariscuolamodena.wordpress.com
     
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    so che alla fine c' è stato lo sciopero il 7 e l' 8 giugno con una partecipazione altissima
     
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  3. Eduardo20
     
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    Visto che ci siamo, incoraggiato dal post di Raes, pubblico anche il risultato dello sciopero. Non posso che felicitarmi io stesso per l'azione dei precari della scuola di Modena augurandomi che altrettanto si svolga in altre province. Ma, riprendendo quanto avevo scritto nel mio primo post su questo tema, attenzione anche a non pensare che la riuscita di una giornata di sciopero, per quanto stimolante ed entusiasmante possa essere, possa risolvere i problemi dei precari o di altri settori. La situazione che abbiamo di fronte è di una drammaticità enorme e non possiamo più pensare di poter lottare ognuno nel proprio settore. Dobbiamo assolutamente darci i mezzi per raccogliere le nostre forze, per rompere gli argini che sindacati e padroni hanno creato tra i vari settori lavorativi e andare verso la lotta uniti e solidali. Questo forum serve anche a questo, a fornire l'opportunità di conoscersi e di intraprendere rapporti tra proletari provenienti da settori ed esperienze diverse. Eduardo

    MODENA, RECORD DI SCRUTINI SALTATI E ORA CONTAMINIAMO LE ALTRE REGIONI! GRAVI LE DICHIARAZIONI DEL PROVVEDITORE, DEL SEGRETARIO FLC CGIL E DELL’ASSESSORE MALAGUTI
    Comunicato del Coordinamento Precari della Scuola di Modena
    I dati ufficiali confermano lo strepitoso risultato dello sciopero degli scrutini a Modena: stando ai dati ufficiali, sono una ventina (su trenta circa) gli istituti superiori della provincia dove lo sciopero è riuscito a bloccare il 100% o quasi delle operazioni di scrutinio: l’Istituto Selmi (il più grande della provincia, con 30 scrutini rimandati per sciopero), il Catteneo/Deledda, l’Istituto Barozzi, l’Istituto d’arte Venturi, il Liceo Pico di Mirandola, l’Istituto Sorbelli di Pavullo, l’istituto Fermi, la sede centrale dell’Itis Corni, il Liceo Scientifico Tecnologico del Corni, l’Elsa Morante di Sassuolo, l’Istituto Wiligelmo di Modena, l’Istituto Vinci di Carpi, l’Istituto Baggi di Sassuolo, il Liceo Formiggini di Sassuolo, l’Ipsia Ferrari di Maranello, l’Itituto Levi di Vignola, il Paradisi/Allegretti di Vignola, l’istituto Galilei di Mirandola; e sono saltati tutti gli scrutini anche alle Scuole Medie di Marano sul Panaro.
    Più che soddisfacenti i risultati negli altri istituti della provincia: sono stati annullati per sciopero almeno la metà degli scrutini del Liceo Fanti di Carpi, del Liceo Tassoni di Modena, dell’Ipsia Corni. Vari scrutini annullati anche al Liceo Muratori, al Liceo San Carlo, all’Istituto Vallauri di Carpi. Lo sciopero è arrivato anche al Liceo Morandi di Finale Emilia, all’istituto Luosi di Mirandola, alla scuola media Fiori di Formiggine, alle scuole medie di Zocca.
    Riteniamo gravi le affermazioni, comunicate alla stampa, del segretario provinciale della Flc Cgil di Modena, Colombini che – riprendendo gli stessi argomenti del provveditore Malaguti – afferma che è stata “bassa l’adesione allo sciopero”: il segretario Colombini dovrebbe sapere che l’efficacia di uno sciopero degli scrutini si misura sulla base degli scrutini che sono saltati, e non sul numero delle adesioni. Infatti, gli insegnanti nelle scuole si sono organizzati in modo da far saltare il maggior numero di scrutini possibile limitando al massimo il numero degli scioperanti (basta un solo scioperante per far saltare uno scrutinio), anche per finanziare le casse di resistenza a sostegno dei precari che rischiano il posto di lavoro. In tutte le scuole, chi non ha aderito allo sciopero (in quanto altri colleghi scioperavano nello stesso scrutinio) ha contribuito economicamente allo sciopero stesso. Oltre a questo, ricordiamo che lo sciopero è stato nella maggior parte degli istituti un’azione condivisa dalla maggioranza del corpo docente, con l’elaborazione di documenti a sostegno dello sciopero stesso.Giudichiamo altrettanto gravi le affermazioni dell’assessore provinciale all’istruzione Elena Malaguti, che giudica sbagliata questa forma di lotta perché lesiva “nei confronti degli studenti e dei genitori”: al contrario, fin da subito, si è trattata di una lotta condivisa con i collettivi studenteschi e con i rappresentanti dei genitori. Ci chiediamo come mai chi afferma di voler contrastare i tagli alla scuola pubblica poi si dissocia dalle lotte dei lavoratori della scuola: per noi è la dimostrazione della differenza che passa tra fatti e parole.
    Modena è la provincia in Italia dove lo sciopero ha ottenuto l’impatto maggiore (solo in tre istituti superiori della provincia non ha avuto effetti significativi): ringraziamo tutti voi per aver contribuito a questo straordinario risultato. In generale, è decisamente buono il risultato in tutta l’Emilia Romagna (in particolare a Bologna, dove il Coordinamento Precari della Scuola ha dato grande visibilità allo sciopero con lo striscione contro i tagli calato dalla Torre degli Asinelli): facciamo in modo che queste notizie si diffondano in tutta Italia e servano per la buona riuscita dello sciopero degli scrutini nelle altre regioni (in molte regioni lo sciopero degli scrutini sarà il 14 e 15 giugno) e per il rilancio delle lotte contro lo smantellamento della scuola pubblica.
    Per contatti: 3394836737 (Fabiana Stefanoni)
    [email protected]
    blog: precariscuolamodena.wordpress.com
     
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  4. Eduardo20
     
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    Ecco il messaggio che ho postato sul sito del coordinamento precari di Modena, con la speranza che ci vengano a visitare e che si possa instaurare un dialogo con loro.
    Un saluto a tutti, Eduardo

    Eduardo Dice:
    giugno 12, 2010 a 6:41 pm

    Cari amici, abbiamo riportato sul nostro forum https://napolioltre.forumfree.it/ i vostri comunicati del 31 maggio e dell’8 giugno. La vostra lotta è la nostra lotta. E’ per questo che chi vi scrive ha anche aggiunto dei commenti che, lungi dal voler essere una critica a quello che avere fatto, vogliono essere piuttosto un incoraggiamento ad andare sempre più avanti su questa traiettoria. Intanto vi invitiamo a visitare il nostro forum e a discutere con noi sulle varie tematiche su cui il forum si sviluppa. L’indirizzo al quale trovate il materiale che vi riguarda è il seguente: https://napolioltre.forumfree.it/?t=48709643. A presto risentirci. Eduardo
     
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    aggiungo un articolo di battaglia comunista su questi scioperi: Giustamente, da più parti è stato detto che con la cosiddetta riforma Gelmini/Tremonti e la manovra finanziaria messa a punto dal governo, siamo di fronte a uno dei più grandi, se non il più grande, licenziamento in massa degli ultimi decenni.

    I provvedimenti, è noto, avranno conseguenze molto pesanti non solo sul piano occupazionale, ma anche sullo stipendio e, a cascata, sull’importo delle pensioni, oltre che sulla durata della vita lavorativa. In breve, un netto peggioramento delle condizioni di esistenza per milioni di persone: più che metterci le mani nelle tasche, il governo, con la complicità aperta dei suoi scagnozzi sindacali CISL-UIL-UGL, ci mette le mani addosso!

    Di fronte alla guerra sociale scatenata contro il mondo del lavoro dipendente a cominciare, in questa tornata, dal Pubblico Impiego, qual è, finora, la reazione dei diretti interessati e dei sindacati rimanenti? La CGIL è attraversata da malumori manifestati dagli iscritti e dalle correnti interne di sinistra che vorrebbero un’azione più incisiva, che andasse oltre le simboliche occupazioni degli uffici scolastici provinciali/regionali — per altro, poco e male pubblicizzate: è un caso? — per arrivare al blocco degli scrutini. Riguardo a questa forma di lotta, però, la FLC-CGIL nazionale, a meno di svolte clamorose e al momento improbabili, non solo ha preso nettamente le distanze, ma ha fatto presso i propri iscritti aperta opera di crumiraggio (come la CISL, del resto), invitandoli, con argomenti vergognosi e ridicoli, a boicottare lo sciopero proclamato dal sindacalismo di base. D’altronde, a parte il senso di ripugnanza, il crumiraggio della CGIL non stupisce, visto che la sua firma non è mai mancata né sui contratti-bidone degli ultimi vent’anni almeno, né sulla legge fascistoide del 1990 che ingabbia i lavoratori dei servizi pubblici e rende pressoché innocui — per il padronato, non per i lavoratori medesimi — gli scioperi sindacali.

    Noi internazionalisti, come valutiamo il blocco degli scrutini indetto dal sindacalismo che vuole essere alternativo? Non è un mistero per nessuno — eccetto i prevenuti — la nostra critica di fondo alla logica nel suo insieme, benché occorra distinguere tra sindacalismo “ufficiale” (CGIL-CISL-UIL-UGL) e sindacalismo base. Il primo è un ingranaggio fondamentale del sistema di comando del capitale sulla forza-lavoro, vera e propria cinghia di trasmissione degli interessi borghesi nel proletariato; ciò vale, naturalmente, anche per la CGIL, nonostante l’attuale linea critica adottata nei confronti del governo. Se l’affermazione può apparire troppo forte per chi ancora crede alla sua diversità, basterebbe guardare le decine di contratti di categoria firmati recentemente, che di fatto recepiscono la riforma del modello contrattuale, formalmente respinta dagli organi direttivi centrali; per non dire, naturalmente, delle numerose “riforme” contro il lavoro salariato sostenute ed accettate dalla CGIL medesima per il bene del Paese… della borghesia!.

    Il secondo invece, indipendentemente dalle generose intenzioni di larga parte dei suoi iscritti, è, ben che vada, un’arma spuntata, non da ultimo perché semina l’illusione che in questa fase storica di crisi acuta del capitalismo si possano ottenere notevoli risultati — sul piano rivendicativo/riformista — rimanendo sul terreno sindacale, il che significa nel pieno rispetto della normativa anti-sciopero.

    E’ il caso, appunto, del blocco degli scrutini. Ora, tutto ciò che si muove contro le stangate che si abbattono sul mondo del lavoro dipendente e, nello specifico, della scuola, tutto ciò che può lacerare la cappa soffocante della rassegnazione e dello scoraggiamento è da valutare positivamente, nonché da incoraggiare attivamente, tant’è vero che là dove siamo presenti soffiamo sul fuoco della lotta, sebbene questa parta, se parte, in genere da livelli politicamente arretrati o quanto meno confusi. Ma anche perché non ci ritiriamo mai dalle lotte (anzi) che siano espressione di un reale malessere sociale (per quanto dirette e controllate dai sindacati) e non una parata politicantesca di apparati politico-sindacali, anche per questo, dicevamo, ci sentiamo in diritto/dovere di criticare le debolezze e i limiti delle lotte medesime. La prima debolezza del blocco degli scrutini è l’aver accettato la normativa anti-sciopero: non più di due giorni consecutivi ed esclusione delle classi terminali (la terza media, il terzo anno dei professionali e le quinte delle superiori). E’ evidente, ma questo la sa pure gran parte degli iscritti ai sindacati di base, che uno sciopero, per essere veramente efficace, non deve avere limitazioni di tempo né di spazio: per esempio, deve potersi estendere ad ogni settore del comparto e allargarsi ad altre categorie. Invece, oltre ad escludere le ultime classi dei corsi, lo sciopero è segmentato per regioni: alcune bloccano il 7-8 giugno, altre il 9-10 e via dicendo. Chi lavora nella scuola, però, sa che gli scrutini, di solito, proseguono per quattro o cinque giorni, per cui si arriva al paradosso che, dall’inizio, una parte degli insegnanti è esentata dalla partecipazione alla lotta; in pratica, le modalità della stessa prevedono la divisione preliminare della categoria, compreso, va da sé, il personale non insegnante, non meno colpito dai provvedimenti governativi. Dunque, considerazioni politiche a parte sull’errore madornale di frammentare il fronte di lotta, anche dal punto di vista “tecnico” lo sciopero è depotenziato, e di molto, in partenza, tanto che rischia fortemente di essere pura testimonianza. E’ vero che, vista la situazione potenzialmente esplosiva, ci possa essere uno scavalcamento spontaneo delle modalità di sciopero, con un prolungamento oltre le barriere fissate per legge, fino ad arrivare a una saldatura delle lotte su tutto il territorio nazionale. E’ la speranza, ufficiosa, di chi ha proclamato lo sciopero ed è quello che ci auguriamo fortemente, perché solo in tal modo l’astensione dagli scrutini, da testimonianza, comincerebbe a fronteggiare efficacemente le guerra sociale che ci viene fatta. Ma se così fosse, emergerebbero, una volta di più, i limiti del sindacalismo, anche di quello che raccoglie le individualità più combattive, e si confermerebbe che una lotta, perché possa contrastare veramente il padronato (pubblico o privato non fa differenza), deve per forza di cose abbandonare il terreno melmoso del sindacalismo e camminare spedita su quello dell’autorganizzazione o “dal basso” che di si voglia.

    Davvero la dirigenza dei sindacati di base pensa di poter ricacciare in gola al duo Berlusconi/Tremonti la manovra finanziaria, la “riforma” della scuola, il decreto Brunetta e tutte le altre porcherie storiche con un giorno di astensione dal lavoro indetto nel pieno rispetto delle normative antisciopero? Serietà vuole che quando si chiama a una lotta, e per di più molto difficile: chi lo nega?, si guardi in faccia la realtà e non si nascondano le difficoltà dietro la cortina fumogena delle frasi e delle rivendicazioni roboanti, che, per avere qualche possibilità di essere soddisfatte (e in modo relativamente duraturo) , richiederebbero una lotta di classe generalizzata a livelli quasi pre-rivoluzionari. Allora, per cominciare, si sarebbe dovuto dire che per raggiungere obiettivi tanto ambiziosi la strada è piena di ostacoli, il che non significa l’accettazione rassegnata della macelleria sociale, ma, al contrario, la coscienza che senza una lotta determinata, prolungata e, probabilmente, costosa in termini di sacrifici personali, non si va da nessuna parte. Secondariamente, ma non per importanza, non si sarebbe dovuto proclamare scioperi a scacchiera, che, come s’è visto, escludono a priori una parte dei lavoratori. Terzo, dare una prospettiva politica allo sciopero, cioè farne un momento importante di maturazione della coscienza di classe anticapitalista, inquadrando le manovre del governo nel quadro complessivo di crisi del capitale (non solo del cosiddetto neoliberismo!), che rende molto difficile, per usare un eufemismo, il ritorno a politiche riformiste, possibili — sotto la spinta della mobilitazione dei lavoratori — negli anni di crescita del ciclo di accumulazione. Dunque, politicizzare la lotta, sottolineando l’incompatibilità degli interessi tra borghesia e lavoro salariato, più che mai evidente nelle epoche di crisi come la nostra: il capitale può sopravvivere solo attaccando e intaccando a fondo le nostre condizioni di esistenza, non ci sono alternative. E’ dunque la cornice politica dentro cui si muove il sindacalismo “di base” che noi critichiamo radicalmente, non la giusta rabbia sociale che in parte riesce a captare, ma, purtroppo, a far arenare nella palude di un riformismo fuori tempo massimo.

    Molti ci accusano di essere attendisti, di osservare dall’esterno lo svolgersi di episodi di lotta sputando sentenze: che i nostri censori siano in buona o malafede, il loro punto di vista è falso, semplicemente. Per noi, è addirittura banale dire che senza lotte sul terreno economico-rivendicativo mancano i presupposti stessi della possibilità di maturazione della coscienza di classe, dunque, non c’è lotta che, pregiudizialmente, debba essere disertata. Ma bisogna praticarla con gli strumenti adeguati e nella prospettiva giusta, che per noi è il superamento del capitalismo. Il sindacalismo non è tra quegli strumenti.
    p.s. fabiana stefanoni se non sbaglio è la responsabile nazionale del partito di alternativa comunista, fra l' altro anche una donna giovane
     
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  6. fraccomodino
     
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    Anche nella mia scuola (ITI "Righi" di Napoli) è stato organizzato lo sciopero degli scrutini per i giorni 14 e 15. Anche se lo sciopero è stato proclamato dai sindacati di base, l'adesione è stata spontanea e ha visto la partecipazione di lavoratori al di là della loro appartenenza sindacale (ci sono anche iscritti alla UIL, alla CGIL). Il blocco è stato organizzato con le modalità del massimo risultato con il minimo sforzo, cioè sciopera un solo docente per ogni scrutinio ed è stata organizzata una cassa di solidarietà per dividere il carico economico fra tutti.
    Questo è il risultato di una indignazione che accomuna tutti i lavoratori, che hanno voluto così dare un segnale di questa loro rabbia. Non c'è però, almeno al momento, la volontà di andare oltre, perchè c'è un po' la sensazione di impotenza. Cioè anche qui non si vede che la forza dei lavoratori sta nella loro unità e non nella forma di lotta che si attua.
    Continuiamo a far circolare le notizie, difendendo allo stesso tempo l'idea che se tanti lavoratori vogliono lottare è la loro divisione o la loro chiusura nel settore che rende tutte queste lotte significative da un punto di vista politico, ma poco efficaci nei fatti.
     
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  7. Eduardo20
     
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    Inviata il 29/07/2010 all'indirizzo:
    [email protected]


    Cari fratelli di lotta, sul forum Napolioltre è stato appena pubblicato (https://napolioltre.forumfree.it/?t=49613307) il resoconto di un dibattito che si è tenuto il 6 luglio scorso a Sesto S. Giovanni, Milano, tra una delegazione operaia della Tekel, Turchia, e una della INNSE di Lambrate, Milano. Questo resoconto, che è stato sottoposto ai compagni della INNSE che erano presenti al dibattito prima della pubblicazione, faceva seguito ad una presentazione sulle lotte svolte in Turchia dagli operai della Tekel, presentazione che è stata a sua volta postata sullo stesso forum (https://napolioltre.forumfree.it/?t=49536058).
    Le note mostrano chiaramente che, nella discussione che si é sviluppata, le due diverse delegazioni della Tekel e della INNSE, pure apprezzando l'altrui volontà di battersi e di non cedere alle lusinghe dei padroni, manifestavano talvolta degli approcci diversi su come porsi nella lotta, come portarla avanti, ecc. Ad esempio, nel dibattito ci si è posti la questione di quale sia il soggetto della lotta, gli operai di fabbrica o anche gli impiegati? E come gestire la lotta, appoggiandosi a un sindacato o al limite creandone uno nuovo o fare a meno di qualunque sindacato? Ancora, rispetto alla chiusura delle fabbriche (è il caso sia dell’INNSE che della Tekel) che fare, uscire fuori e cercare di estendere la lotta ad altri settori oppure cercare di difendere la fabbrica, la produzione, occupando lo stabilimento e, a partire da questa posizione, cercare la solidarietà di altri settori, eventualmente creando un coordinamento tra fabbriche occupate?
    Questi sono soltanto alcuni dei quesiti che emergono leggendo il resoconto del dibattito Tekel-INNSE. Questi quesiti non sono affatto una questione limitata agli operai Tekel o INNSE, ma sono IL PROBLEMA che si pone oggi a tutta la classe operaia (vedi Fiat, Agile ex Eutelia, Telecom, precari della scuola, coordinamento Maflow, Coordinamento di S. Giuliano milanese, lavoratori dei call-center, gli autorganizzati dello spettacolo e il Coordinamento dei lavoratori della cultura in lotta, dell'UNICOOP, dei macchinisti delle ferrovie, dei lavoratori della Tirrenia, ecc. ecc. in Italia come nel resto del mondo). D’altra parte basta dare un’occhiata ai vari forum che riportano notizie di lotte per vedere la quantità e la molteplicità dei modi di condurre una lotta operaia nei vari casi. Sono tutti importanti? Certamente! Sono tutti egualmente efficaci? Possiamo rifletterci assieme discutendone. Di qui l’idea di invitare tutti i coordinamenti, le assemblee, i gruppi operai e i singoli individui a intervenire sulla questione di “come lottare”, a partire appunto dalla pubblicazione del resoconto del dibattito sviluppato tra le due delegazioni Tekel ed INNSE.
    Per l’importanza dell’evento e dei problemi trattati, noi vi invitiamo ad associarvi a questo dibattito dando il vostro contributo. Vi chiediamo anche di postare nel nostro forum nelle pagine opportune dei testi da voi redatti che voi riteniate importanti per meglio conoscere le vostre esperienze di lotta.
    In attesa di potervi risentire presto vi inviamo fraterni saluti.
    Per il forum Napolioltre, l’“amministratore del forum”, Stefanot
    https://napolioltre.forumfree.it
    Per ogni contatto scrivere a: [email protected].
     
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6 replies since 12/6/2010, 12:06   163 views
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